(immagine presa a credito da www.lanazione.it)
Il primo movimento di "ultras", tifosi del calcio italiano di età compresa tra i 15 e i 25 anni che chiaramente si differenziava dal classico modello di spettatore adulto del calcio, apparì in Italia indicativamente alla fine degli anni '60, primi anni '70.
Riuniti nei settori più economici degli stadi, attratti dai club attraverso campagne di sottoscrizione ad un prezzo speciale ridotto, gli ultras si riconoscevano immediatamente grazie ad una serie di caratteristiche uniche del tutto nuove al calcio italiano. Queste variavano da un marcato senso di identificazione con il proprio particolare "territorio", vale a dire un settore segnalato da striscioni con il nome o il simbolo del gruppo, la curva, ad un look paramilitare preso da quello in voga tra alcune organizzazioni politiche estremiste del tempo: parka, stivali Dr. Martens, tute da combattimento mimetiche e giubbotti indossati sotto le sciarpe con i colori del loro club.
Inizialmente, gli ultras si distinguevano dagli altri soprattutto per il loro totalmente nuovo modo di supportare la loro squadra e, più in generale, di prendere parte alla partita. Dalle "Torcidas" brasiliane arriva l'uso di tamburi e corni, dagli inglesi appassionati di calcio arriva "l'effetto sciarpa" (una concentrazione di sciarpe sollevate e dondolate per creare un effetto ottico di mare) e il canto, il più delle volte ossessivo, per incoraggiare i loro eroi o stordire ed intimidire gli avversari. In questo modo il tifo è diventato una parte della strategia e delle tattiche per vincere una partita: il "dodicesimo giocatore", come si dice.
Ed iniziano anche gli utilizzi di articoli pirotecnici (razzi di segnalazione, razzi fumogeni, razzi e bengala colorati), per portare un tocco di vivacità alle curve. Nasce per la prima volta concetto di "coreografia della curva" , una pratica del tutto originale che si evolverà insieme ai gruppi ultras, che sono diventati sempre più organizzati.
La Coreografia è diventata sempre più un segno distintivo dello stile italiano: spettacoli fantasmagorici, enormi, multicolore e su vasta scala, di grande effetto visivo; il potere della fantasia tutta italiana. Dalla Curva Nord di Genova, che è riuscita ad ispirare anche il quotidiano francese "Le Monde", alla Curva Fiesole di Firenze, che ha delineato i monumenti della città, in base al piano topografico originale.
Il gruppo ultras più vecchio di Milano è la Fossa dei Leoni, fondata nel 1968, che prende il nome della vecchia terra del nero e rosso e trova casa nei settori meno costosi dello stadio alla rampa 17. Tuttavia, qualche altro gruppo è nato prima, come i "Fedelissimi Granata" fondato a Torino già nel 1951 e ancora presente nella linea ultras alla curva Maratona.
Il gruppo ultras più vecchio di Milano è la Fossa dei Leoni, fondata nel 1968, che prende il nome della vecchia terra del nero e rosso e trova casa nei settori meno costosi dello stadio alla rampa 17. Tuttavia, qualche altro gruppo è nato prima, come i "Fedelissimi Granata" fondato a Torino già nel 1951 e ancora presente nella linea ultras alla curva Maratona.
Gli Ultras Sampdoria sono apparsi nel 1969 (il primo gruppo a chiamarsi "Ultras"), seguito dai "Boys" dell'Inter. Gli anni Settanta videro la progressiva aggregazione delle centinaia di piccoli gruppi che popolano le curve dei principali stadi di calcio della nazione, e che portò alla formazione di grandi gruppi come Brigate Gialloblu di Verona, Ultras Napoli (1972), Brigate Rossonere di Milano, Den di Griffin di Genova e Ultras Granata di Torino (1973), Forever Ultras Bologna (1975), Fighters Juventus (1975), Brigate Neroazzurre per l'Atalanta (1976), Eagles della Lazio e Commando Ultra Curva Sud di Roma (1977 ) e Collettivo Autonomo Viola di Firenze. Alcuni si staccarono dai club esistenti per formarne altri.
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